Ho l’onore di essere stato indicato come candidato capolista alla Camera per +Europa nel collegio Foggia/Bat.

Quindi, il primo esponente del Partito in questo territorio.

L’onore fa subito spazio alla responsabilità e poi all’impegno estremo.

Sono Marco, ho 32 anni, sono un bancario e non ho un orologio.

Sarà per questo che non ho mai misurato tutto il tempo che ho sempre dedicato alla Politica, che è vita privata e pubblica, associazionismo, volontariato, stare tra la gente per risolvere insieme i problemi di ognuno.

 

Non ho e mai avrò orari per questo. Le albe e i tramonti si rincorrono quando fai qualcosa che ami in modo così viscerale.

Ho accettato questa candidatura in un momento particolarmente drammatico del nostro Paese.

  • Famiglie e aziende stanno sono costrette a togliere la domiciliazione bancaria per esser sicuri di poter far fronte alla quotidianità: un allarme che ci costringe a intervenire ORA con forza, in vista di un autunno che potrebbe rivelarsi drammatico;
  • Tensioni internazionali che, ci piaccia o no, bussano alle porte dei nostri confini, delle nostre economie, delle libertà su cui si basa il nostro sistema democratico. Europeismo e Atlantismo sono le strade da percorrere, quelle che da oltre mezzo secolo assicurano sicurezza e libera circolazione.
  • Ogni anno 134 mila persone muovono dal Mezzogiorno verso il Nord e l’estero. Se continuiamo a finanziare con più risorse i territori dove si vive meglio e lasciamo le briciole a quelle province e regioni dove è necessario progettare sviluppo, questo divario diventerà un abisso. Serve invertire la rotta garantendo di più a chi più necessita.
  • Le questioni di genere ed equità salariale, le discriminazioni e le violenze nei confronti di chi è diverso, i diritti negati. Quello che ancora ci manca per essere un Paese capace di raccogliere la sfida di un Paese veramente civile.

Sento il peso di tutto questo, lo sento scuotermi nelle parole e negli sguardi delle persone che incontro ogni giorno, da anni ormai. 

In fondo alla frustrazione, alla protesta, anche alla disperazione, colgo sempre un piccolo ma sfolgorante brillio di speranza che richiede tutto l’impegno possibile per mettere le persone e i loro diritti al centro di tutto.

Un loro diritto è quello di conoscere me, il capolista che indirettamente voteranno qualora il 25 settembre decideranno di barrare il simbolo +Europa con Emma Bonino.

Per questo, sul mio santino ci sarà il mio numero di telefono.

È il mio numero personale. Non ne ho altri, dopotutto.

Risponderò a tutti coloro che mi invieranno un messaggio, per pormi una questione ancora inascoltata, o solo per condividere una idea diversa di Paese.

Sarò reperibile, ogni giorno, dalle 15.00 alle 20.00. La mattina sarò al lavoro e non potrei dedicare a questa attività la giusta attenzione.

Se vogliamo davvero che la gente si fidi di noi, iniziamo con il parlarci ogni volta che è necessario perché la fiducia non è una promessa ma una costruzione lenta di risultati tangibili, per tutti.

+EUROPA:
IL MANIFESTO

Oggi l’Europa è il nome di tutte le libertà in pericolo. I nemici dell’Unione europea sono i nemici della democrazia liberale e dell’ordine politico occidentale, fondato sullo Stato di Diritto, sulla divisione dei poteri, sul rispetto dei diritti fondamentali, sulla libera circolazione delle persone, delle idee e delle merci e sulla cooperazione pacifica tra gli Stati.

L’Unione europea è la costruzione che ha reso l’integrazione politica ed economica un fattore di crescita, coesione e di sicurezza, trasformando un continente uscito a pezzi da due guerre mondiali scatenate dal nazionalismo degli Stati europei nell’area politico-economica più prospera, pacifica e solidale del pianeta.

Quando diciamo che occorre “più Europa” intendiamo dire che solo un’Europa più unita di quella attuale, non più divisa, può affrontare le trasformazioni legate alla globalizzazione economica, alle dinamiche demografiche e ai progressi scientifici e tecnologici che suscitano, in tutto il mondo, timori e interrogativi.

Ci vuole “più Europa” non per ragioni ideali, ma per esigenze concrete, perché nessun problema politico globale – sia esso economico-sociale, ambientale o di sicurezza – può essere ormai affrontato solo sul piano nazionale.

Serve un’Europa più forte, non più debole, perché solo dotando le istituzioni comuni di maggiori strumenti, risorse e legittimità politica, l’Europa potrà davvero esercitare una sovranità piena e condivisa. Piena perché condivisa.

L’UE è invece trattenuta a metà del guado dalle incomprensioni e dalle inimicizie tra i diversi Stati e c’è chi vuole trascinarla indietro. Noi vogliamo accompagnarla in avanti, verso l’approdo dell’integrazione federale.

Il sovranismo è il rifiuto dell’Europa come modello di società aperta, ma non è affatto la risposta ai problemi che i Paesi europei hanno dinanzi e che ciascuno di loro – compresi i più grandi – è troppo piccolo per affrontare da solo.

Dove si lamenta l’assenza dell’Europa – ad esempio sull’immigrazione, sulle politiche di contrasto alla povertà, sulla difesa delle frontiere esterne – le istituzioni europee non sono “assenti”, ma deliberatamente escluse da Governi nazionali che rivendicano su questi temi una sovranità che possono esercitare solo in modo sterile e retorico.

All’Italia serve più Europa, perché solo un’autentica iniezione di diritti, libertà, innovazione, responsabilità, tutela dell’ambiente, protezione dei più deboli, promozione delle diversità e diffusione della conoscenza e del metodo scientifico può consentire al nostro Paese di crescere e tornare a essere artefice pieno del proprio destino. Un’Italia più europea è un’Italia migliore, un paese che affronti le grandi sfide del nostro tempo non da periferia, ma da centro geografico e culturale di un mondo che cambia rapidamente.

+Europa è la forza politica che si propone di lavorare per difendere e migliorare la vita dei cittadini, un presidio dei loro diritti e delle loro libertà.

Sii con noi il movimento politico che difende l’Unione Europea di oggi e costruisce quella di domani!

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